Le interviste di Oltreconfine
Roberto Zamperini ¤ zero41.wordpress.com

Dall'anatomia sottile alla geometria sacra

di Mario Picozza

in Universo Olistico (Oltreconfine - n° 6 - Lug/Ago 2012)
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Come è nata la scienza delle energie sottili?
Da tempo, ancor prima di conoscere e diffondere il Pranic Healing, praticavo alcune terapie energetiche. Fin da subito ho notato due problematiche: la prima era la mancanza di uno studio di riferimento sulle energie sottili, per cui si finiva per fare alcuni trattamenti senza comprendere cosa avvenisse durante il processo, ottenendo di conseguenza risultati discontinui; la seconda era la contaminazione energetica, ossia quel fenomeno di risonanza energetica che avviene tra il terapeuta e il paziente con il rischio che determinate energie dannose vengano trasferite al primo, se non prende le dovute precauzioni. Ho sempre ritenuto che le energie sottili non siano qualcosa di metafisico; per questo serviva uno studio serio e strutturato: bisognava sviluppare per prima cosa la Fisica, ovvero lo studio del comportamento dell’energia sottile, per poi passare alla sua anatomia, cioè il modo in cui sono organizzate le strutture energetiche degli esseri viventi. Ho deciso allora di raccogliere tutte le ricerche condotte in questo campo.

Quali sono gli scienziati e i ricercatori a cui ti sei ispirato per le tue ricerche?
Per citarne solo alcuni, lo scienziato tedesco Karl Reichenbach, teorizzatore della Forza Odica, il medico e psichiatra Wilhelm Reich, scopritore dell’energia orgonica, Rupert Sheldrake e la sua teoria dei campi morfogenetici, lo scienziato russo V.S. Grischenko, che ha condotto le ricerche sul bioplasma e così via: la mole di materiale era immensa. Un elemento fondamentale nella realizzazione di questo lavoro è stato la percezione sottile: quando impari a sentire l’energia con le mani, riesci a localizzare i chakra, a capire come sono connessi e quali sono le funzioni che svolgono, comprendendo come avviene la risposta fisiologica tra l’organismo e il corpo sottile e viceversa. Non solo, i quattordici chakra regolano le funzioni psichiche dell’individuo e si dividono in primari e secondari. Dire che un chakra è secondario significa che è connesso e dipendente da un altro chakra: ad esempio il chakra della fronte è secondario, cioè dipende dal chakra primario, l’Ajna; l’epifisi e la produzione della melatonina a loro volta dipendono dal chakra della fronte, e così via. In questa rete di interconnessioni vengono regolate tutte le funzione dell’organismo; sono tantissimi gli elementi che vanno presi in considerazione.

Quindi oggi non ha più senso parlare dei sette chakra, come riporta invece la maggior parte dei testi e delle ricerche sull'argomento?
Esattamente, non si possono prendere le conoscenze in nostro possesso come qualcosa di dato, di scontato: bisogna continuare a ricercare, a sperimentare. Il mio obiettivo non è quello di fare filosofia, ma di aiutare le persone che stanno male. Bisogna pensare a come agire: serve la conoscenza di un'anatomia sottile e della fisiologia sottile.

(continua)

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