Le interviste di Oltreconfine
Selene Calloni Williams ¤ www.voyageillumination.com

Le Carte dei Nat

di Mariavittoria Spina

in Reportage (Oltreconfine - n° 6 - Lug/Ago 2012)
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Chi sono i Nat e come li hai incontrati?
I Nat sono spiriti di natura, ma sono anche aspetti profondi della nostra psiche, archetipi. Vivono sul monte Popa, una montagna di origine vulcanica che sorge nella grande piana di Bagan, la città dei pagani, in Myanmar (Birmania), nel mezzo di una vasta foresta. Gli sciamani del Myanmar definiscono i Nat «i signori della natura» poiché rappresentano tutti gli aspetti della nostra anima selvaggia, del nostro Io istintuale, pesantemente e pericolosamente represso nella nostra cultura. Le carte dei Nat sono quindi per noi uno strumento di mediazione tra la mente cosciente e le profondità selvagge e istintuali della psiche, che ci permettono di dialogare con ciò che è invisibile, quindi con l’anima selvaggia e l’Io istintuale, ma anche con i sogni e gli avi e, in ultima analisi, con la nostra stessa anima.

Tu parli molto di anima selvaggia. In questo particolare periodo storico, come può essere utile entrare in contatto e comunicare con essa?
Questo concetto ci può essere utile per fare anima ed ecologia profonda. Non vi è dubbio che questi due cammini siano distinti ma allo stesso tempo inseparabili, come due aspetti della stessa realtà; la tragica emergenza ecologica di fronte alla quale siamo posti oggigiorno è un richiamo profondo proprio al fare anima. Noi viviamo come ipnotizzati dal senso dell’oggettività delle cose, convinti che il mondo abbia una sua realtà oggettiva, materiale; in realtà, il mondo è immagine, e, come tale, è un prodotto dell’anima, appartiene al regno dell’invisibile, delle ombre. Il nostro corpo e tutto ciò con cui veniamo in contatto quotidianamente è della stessa sostanza dei sogni. Come ho scritto nel mio nuovo libro (Thounballha, la Leggenda, Lulù Press 2012; incipit dell’opera e ulteriori informazioni sulla leggenda sono consultabili gratuitamente sul sito www.libromagico.org), Thounballha, il quinto Nat, la Signora tre volte bella, così si esprime nei riguardi del corpo e del mondo: «Questo corpo è un’apparizione magica, è un’ombra senza carne né ossa, un miraggio che muta momento per momento, un sogno che la mente proietta, è un arcobaleno bello e vivido, ma senza sostanza, un ricordo, emozioni come nuvole cangianti mosse dal vento, capaci di disegnare ogni forma, eppure evanescenti come la luce del lampo». Fare anima significa prendere gli oggetti, le persone, gli eventi con i quali entriamo in contatto quotidianamente e pian piano riportarli alla loro reale natura di immagini. Il sogno fa questo in modo spontaneo. Quando, la notte, sogniamo – per esempio le persone che abbiamo incontrato a cena la sera precedente, piuttosto che i nostri familiari o la nostra casa – li smaterializziamo, cioè li riportiamo alla loro reale origine di immagini. Questo significa fare anima. Per sostenere il processo del fare anima nella nostra psiche, per parteciparvi attivamente, possiamo utilizzare le Carte dei Nat. I Nat sono i Signori della Natura e mediatori tra il nostro Io cosciente e la nostra anima selvaggia; ci insegnano a depersonalizzare, ad andare al di là delle strutture dell’Io e a smaterializzare il mondo. Estrarre dal mazzo uno o più Nat significa evocarli ed evocarli vuol dire avere la loro protezione. I Nat sono magici e possono portarci molto lontano sul cammino del fare anima, verso la liberazione e la realizzazione.

In che modo possiamo entrare in risonanza con i Nat? È possibile farlo tutti i giorni o è necessario un percorso specifico?
Gli sciamani che abitano le foreste del Myanmar ed evocano gli spiriti di natura da secoli hanno infuso nei simboli dei Nat tutto il loro potere; tali simboli, quindi, hanno la capacità di traghettarci dal mondo ordinario del logos, del pensiero ordinatore, al mondo dell’anima, dell’invisibile e degli antenati. Possiamo utilizzare le carte dei Nat in tanti modi, ad esempio con il gioco delle dieci carte, che ci mette in contatto con gli avi; oppure, ogni volta che abbiamo una domanda o un problema possiamo semplicemente pescare una carta e rimanere con l’energia del Nat che è stato estratto, il quale è al contempo una risposta e uno spirito protettore, un dolce compagno che accompagna la nostra avventura.

(continua)

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