Le interviste di Oltreconfine
Silvano Agosti

Silvano Agosti. Regista clandestino

di Andrea Colamedici

in Incontri (Oltreconfine - n° 3 - Gen/Feb 2012)
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Qual è secondo te il problema fondamentale della società contemporanea?
Il problema fondamentale è che le macchine hanno sostituito l'essere umano nel lavoro: ci sono circa due miliardi di esseri viventi che non hanno lavoro e che devono pur mangiare, dormire, abitare da qualche parte. Vedi, la mia convinzione è questa, che ci sarà presto un'evoluzione inesorabile, perché non possono eliminare due miliardi di persone. Non tanto per un qualche scrupolo, perché chi ha il potere lo farebbe senza pensarci un attimo, ma perché questi due miliardi di persone sono sparsi in tutto il pianeta e l'operazione gli costerebbe troppo. Sono convinto, perdona questo mio cinismo cosciente, che quando i cosiddetti padroni del vapore – cioè il potere occulto – scopriranno che gli costa meno mantenere tutti questi individui piuttosto che ucciderli, gli forniranno una casa, da mangiare e quello che era giusto che gli dessero duemila anni fa. Tuttavia, quei due miliardi di persone rimarrebbero un problema grosso per il potere. Quando l'essere umano diventa tale, quando diventa davvero un essere umano, mangia e dorme bene, allora è difficile che delinqua, che vada in guerra, che si droghi, che si barrichi nella convivenza. È soprattutto difficile che accetti di non vivere, perché ormai può farlo. Capisci? È molto difficile trovare un qualsiasi animale depresso, a meno che non si tratti di un cane al guinzaglio. Sono stato molto amico degli animali, sono cresciuto nella mia infanzia con loro e non ho mai visto una farfalla depressa o una cicala sull'orlo del suicidio.

Che film consiglieresti a un bambino, e per quale motivo?
A un bambino consiglierei uno qualsiasi dei capolavori del cinema. Il capolavoro è cibo per il bambino, ed è il cibo per l'infanzia residua nell'adulto. Siccome purtroppo in genere non c'è infanzia residua, le persone non vanno a vedere i capolavori oppure ti dicono: «Eh, che pizza...» Non li hanno mai visti. Un po' come quando, finita l'esperienza scolastica, tu dici a una persona: «Adesso ti recito una poesia». Gli si aggrovigliano gli intestini perché la poesia è stata una vera tortura quando andava a scuola. Ha dovuto imparare a memoria delle cose così sciatte, a volte orribili: Muta pensando all'ultima ora dell'uom fatale... né sa quando una simile orma di piè mortale... Che cos'è questa, poesia? No, è una marcia militare composta per esaltare una figura, Napoleone, che un giorno si scoprirà essere stato un mentecatto. Sicuramente le sue grandi strategie venivano da qualche maresciallo o qualche contadino che gli diceva: «Tutti marciano a sinistra? Marciamo a destra!» E lui diceva «Ah! Pronto! Toh!» Come fanno tutti gli uomini di potere, che non hanno idee e sono capaci solo di distruggere. E infatti anche lui, il caro Napoleone, si è specializzato nel massacro. La storia del potere imparata a scuola narra soltanto di personaggi dubbi. I bambini non dovrebbero essere mandati a scuola, non in questa scuola.

In che modo è possibile evitare di educare un figlio?
Devi lasciarlo in pace! Devi dargli una risposta quando ti fa una domanda, ma non lo devi fermare quando sta facendo delle cose, mai, devi solo dirottare i suoi gesti se pericolosi, altrimenti, fa’ semplicemente quello che vorresti fosse fatto a te. Tutte le volte in cui la tua compagna o il tuo compagno ti dicono: «Mettiti la giacca che fa freddo», la cosa ti fa piacere ma ti irrita. Dimmi solo se fa freddo, poi decido io... Capisci? L'essere umano non va educato, ma rispettato. Come un albero di ciliegio. Quando il contadino vuole sfruttare il ciliegio per fargli fare più ciliegie comincia a educarlo, e così fa il potere con l'essere umano. Nel mio film Il giardino delle delizie si vede un cagnetto che cammina su due zampe e una voce dice: «Ti hanno addestrato alla vita come si addestrano i cani a camminare».

Dici spesso che il codice di relazione tra gli adulti è la menzogna. Il sincero, di conseguenza, non viene capito.
Sul mio libro Uova di garofano c'è scritto all'inizio: «Gli adulti li ho sempre visti così, nella mia infanzia. Sinceri nell'obbligo quotidiano della menzogna». Allora uno che è quotidianamente obbligato alla menzogna, com’è obbligato a lavorare, a essere marito ventiquattr’ore al giorno, a fare l'amore la domenica mattina, o a pagare le tasse, a straziarsi per mantenere se stesso e il proprio gruppo, come può essere sincero? L'obbligo per l'essere umano è un meccanismo di distruzione, non di costruzione. È un concetto che parte dai campi di sterminio, dove c'era l'obbligo di scavare le buche alla mattina per poi riempirle al pomeriggio, e in fondo è ciò che si fa anche adesso. Produrre non è altro che scavare delle buche la mattina per poi riempirle il pomeriggio. Non si producono cose che possano rasserenare l'essere umano, ma solo che possano aumentarne il profitto. Questa era – l'era della follia economica – per fortuna sta per finire.

(continua)

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