Le interviste di Oltreconfine
Rocco Bruno ¤ matrixunaparabolamoderna.blogspot.it

Rocco Bruno. Esploratore della Matrice

di Andrea Colamedici

in Incontri (Oltreconfine - n° 2 - Dic. 2011)
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Nelle conferenze visibili sul tuo canale YouTube saxrevolution11, fai spesso riferimento alla mitologia orientale e occidentale. Come si è sviluppato il tuo rapporto con il mito?
Quando mi venne spiegata per la prima volta la struttura esoterica del mito, rimasi affascinato. Il mito è incredibile. Le parabole del Vangelo sono formidabili perché parlano di stati di coscienza che diversamente non si possono spiegare. Ci vuole un poeta per spiegare il regno dell'essere, non uno scienziato. Non puoi schematizzare. L'errore di Ouspensky è stato proprio questo tentativo di razionalizzare tutto il mondo dello spirito. Gurdjieff invece con Racconti di Belzebù al suo piccolo nipote ha creato un capolavoro; anche soltanto per le parole che usa nel testo, fa secondo me un doppio, se non triplo lavoro di attenzione. Relativamente al mito, il modo in cui Gurdjieff mette insieme i termini è formidabile. Se ne viene fuori per tutto il racconto con questi nomi come Kundabuffer, Triamazikamno, Heptaparaparshinok, Partk-Dolg Doveri esserici, nomi che ti colpiscono innanzitutto per come suonano. Sta già facendo un lavoro subliminale. Poi quando vai a scoprire cosa c'è dietro, qual è il lavoro, ti sconvolgi: Partk Dolg Doveri esserici è tre volte dovere; dovere in armeno, dovere in russo e dovere nella lingua del lettore. Così quando lo scopri c'è lo shock ulteriore che ti fa dire: «Che genialata!» La trovata intelligente sconvolge la parte autentica di noi, perché il genio è colui che colpisce. Un altro effetto allucinante che mi fa quel libro è che uno comincia a leggerlo e non ci capisce un tubo. Arriva a metà di un capitolo e dice: «Ma che cosa sta dicendo?» Poi alla fine del capitolo sorge dentro una sensazione, un sentimento strano che riesci a ricondurre al libro. Capisci cioè che quello stato interno si è prodotto a causa del libro. Così da quel momento in poi devi continuare a leggerlo, anche senza capirlo, perché sai che sta lavorando dentro di te a uno stadio non intellettuale. In Frammenti di un insegnamento sconosciuto ci sono delle parti interessanti e altre meno. Quando Gurdjieff pensò al Raggio di Creazione o alla Tavola degli Idrogeni l'idea non era meccanicistica, ma filosofica. Pensa a questo: «Un idrogeno viene digerito perché il suo valore viene dimezzato, da 192 a 96». Ma non è provato per niente, non puoi saperlo, in quel modo lui non faceva altro che trasferire filosoficamente l'idea che quella tal cosa veniva digerita. È fondamentale capire che ci sono le schematizzazioni, che sono utili, ma poi c'è la realtà, che è un'altra cosa e che, come in Matrix, nessuno può spiegare agli altri.

La Mappa non è il Territorio, diceva Korzybski.
Giusto, e nessuna idea è il territorio. Sono tutte mappe. Tutte.

Si moltiplicano quotidianamente le mappe e i cartografi. C'è qualcuno, secondo te, che in Italia non cade nell'errore di perdersi in schematizzazioni?
Non lo so perché non li conosco, non ho un'idea precisa. Dovrei capire nell'ambito di un percorso cosa fanno queste persone. Credo comunque che ci siano dei bravi ricercatori, penso ad esempio a Igor Sibaldi: di lui mi piace molto questa maniera che ha di arrivare alle cose, anche se non condivido tutto quello che dice. L'ultima cena, ad esempio, è per Sibaldi l'atto del dare la propria carne, del ricordarsi di tutte le volte in cui abbiamo dato da mangiare la nostra carne al Sistema. Invece l'ultima cena è un rituale antichissimo, che proviene dall'Antico Egitto: è un altare su cui un sacerdote e una sacerdotessa celebrano un rito col grano e con l'uva. Questo perché, tradizionalmente, il pane e il vino sono i prodotti che in assoluto hanno la maggiore capacità di catturare l'energia del Sole. Se ti è mai capitato di vedere un campo di grano seminato da poco avrai notato che è tutto verde, e così è per la prima uva. Dopo l'influenza del Sole avranno assorbito tanta di quella energia solare che l'uva diventerà rossa e il grano biondo. Nel momento in cui verranno tritati e preparati, il pane e il vino saranno il corpo e il sangue di Cristo, perché Cristo è il Sole.

Nel dire che Cristo è il Sole, escludi la possibilità che sia esistito storicamente?
Io non credo che sia esistito come figura storica; credo che esista un messaggio molto forte di un periodo che si fa risalire attorno a duemila anni fa, ma l'importante è ciò che resta. Il Gesù Cristo di oggi, l'immagine che ne abbiamo, è stata fatta a tavolino durante il Consiglio di Nicea dove, dopo una prima selezione, si trovarono a scegliere una divinità da adorare tra Cesare, Krishna, Mitra, Horus e Zeus. Costantino decise di unire il dio druidico Hesus con il dio orientale Krishna, e fu così Hesus Krishna. Sono disponibili i documenti che attestano questa costruzione del mito ma ovviamente non si trovano in Italia, perché qui il rischio è troppo alto. È fondamentale informarsi, senza farsi fregare.

(continua)

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