Le interviste di Oltreconfine
Pea Horsley ¤ www.animalthoughts.com

Animal Talk

di Laura Cinti

in Reportage (Oltreconfine - n° 2 - Dic. 2011)
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È come se nel tuo percorso fossi stata guidata dal teatro alla comunicazione con gli animali. Il tuo cammino ha richiesto molto coraggio e molta fede. Dalla scelta di adottare un cane (Morgan) a quella di partecipare a un seminario per capirlo meglio, sembra che tu abbia seguito un’ispirazione e che fosse in gioco un piano più elevato. Ti capita mai di avere rimpianti, di pensare che sia troppo difficile lavorare con gli animali? Sei sempre in grado di sopportare il peso di assisterli nel loro trapasso?
Posso dire con certezza assoluta che non ho mai rimpianto di aver rinunciato a una quindicennale carriera teatrale come direttrice di palco per diventare un comunicatore professionista con gli animali. Questo lavoro è stato emotivamente e fisicamente molto più difficile e impegnativo di quanto potessi immaginare, ma la mia gioia più grande è riuscire a comunicare con gli animali per aiutarli a vivere una vita più felice e permettere ai loro tutori di comprenderli meglio, portando conforto e guarigione a entrambi. È un lavoro molto difficile ed energicamente estenuante, ma ne vale la pena. La sfida più grande è lavorare con i tutori, non con gli animali. I tutori, che mi contattano in cerca di aiuto, lo fanno spesso in momenti particolarmente difficili ed emotivamente carichi. Ad esempio, quando il loro animale ha un tumore e si sta spegnendo e loro vogliono sapere cosa desideri per la sua morte e il suo trapasso. Le persone si rivolgono a me quando i loro animali si perdono e loro sono disperate, per sapere dove si trovano e come fare a ritrovarli, ma anche quando soffrono per la perdita di un animale che amavano, per entrare in contatto con lui. Questo tipo di consultazioni sono molto emotive e la precisione è essenziale. Di tanto in tanto ricevo richieste che considero facili poiché il coinvolgimento emotivo del tutore è basso. Ciò accade quando questi vuole soltanto controllare il proprio animale per accertarsi che stia bene e permettergli di esprimere ciò che pensa o sente. Non fuggo mai dalle emozioni in gioco, perché capisco che si tratta di una parte essenziale del processo di guarigione, sia per l’animale che per il tutore. È sempre un onore essere capace di aiutare le persone e offrire loro conforto quando le loro emozioni sono pure o quando sentono che nessun altro oltre a me è in grado di capire quanto amino i loro animali. Cerco di fidarmi sempre del mio intuito, non solo quando comunico con gli animali, ma anche nelle decisioni della vita. È fidandomi e accettando scommesse rischiose che è nato il mio libro Heart to Heart (Una carezza sul cuore, Castelvecchi 2010), pubblicato da Harper Collins. Nel periodo della sua stesura ho dovuto fidarmi di ciò che il mio animale guida mi diceva e delle mie capacità di comunicazione e di sentire correttamente. Ci sono riuscita, e Heart to Heart ha raggiunto un vasto pubblico di amanti degli animali, non solo nel Regno Unito e in Italia, ma addirittura in Corea. È un onore per me assistere gli animali nel momento del trapasso e stare vicina ai loro tutori. Li aiuto a prendere decisioni nel miglior interesse degli animali. Tali scelte sono difficili se fatte da soli, ma molto più facili quando l'animale è in grado di esprimere i propri desideri. In genere gli animali preferiscono che i tempi e le modalità del loro trapasso siano decisi insieme. A loro piace esprimere le proprie volontà in questo momento così sacro. Il trapasso più difficile che abbia mai vissuto è stato quello del mio insegnante, Morgan, che se ne è andato il 27 luglio di quest'anno. Ci è voluta grande forza emotiva e forza d’animo per realizzare ogni suo desiderio, quando le persone che mi circondavano avevano opinioni diverse che sentivo andare contro la sua volontà. Sono grata di essere stata in grado di onorare i suoi desideri in modo che potesse lasciare il suo corpo fisico nel modo che voleva. Ho dovuto scavare in profondità dentro me stessa per un periodo molto difficile mentre mi occupavo di lui 24 ore al giorno 7 giorni su sette e dormivo molto poco. Ho scoperto di essere più forte di quanto pensassi e di amare gli animali ancor più di quanto credessi possibile. Sono sicura che il passaggio di Morgan è stata solo una delle sue molte lezioni per me e non l'ultima. Senza dubbio la fine della sua vita fisica e il suo trapasso hanno avuto un grandissimo impatto durante il tempo che ha condiviso con me nella sua incarnazione come Morgan. Mi ha mostrato quanto forte poteva essere fisicamente, mentalmente ed emotivamente. Anche nelle situazioni più dolorose, ha perseverato. Non su un percorso già battuto, ma più in modo sorridente, del tipo è la vita. Quando stentava a camminare, un giorno è caduto a terra e l’ho trovato con la testa nella sua ciotola, incapace di rialzarsi. Sembrava terribilmente triste e io ero sconvolta. L’ho aiutato e lui è riandato dritto alla sua ciotola e ha continuato a mangiare. Sapeva che stavo piangendo, e girando la testa mi ha detto: «Guarda la verità». Gli ho risposto attraverso le lacrime: «La verità è che non sei infastidito, vero?» «Infastidito? Sembro infastidito?» ha risposto. Morgan mi ha mostrato che gli animali possono procedere con calma quando noi cadiamo a pezzi. Noi tendiamo a vedere le situazioni in un’ottica bidimensionale piuttosto che a considerare l’intero disegno. Quando guardiamo davvero alla realtà di una situazione, raramente è tanto brutta come pensiamo. Spesso sono proprio i tutori che la trasformano in un dramma. Molte angosce potrebbero essere risparmiate guardando alla verità. Essendo collegati al disegno spirituale, il vero e totale disegno, le situazioni diventano molto più sopportabili.

(continua)

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